Poesie

La Cascata del Toce

La cascata del fiume Toce fa da sfondo alla nostra avventura.

Frua nella lingua walser significa cascata. 

Sottofrua è facile da intuire. 

 La cascata in salto unico più alta d’Italia;

un’avventura che per ognuno di noi è un salto verso gli altri, verso i ragazzi che verranno, verso i poveri.

Quando è aperta i suoi spruzzi e vapori raffrescano i visitatori.

Il suo impeto ricorda l’energia che i giovani hanno messo tanti anni fa, nella costruzione dei rifugi Claudio e Bruno e 3A. 

Lo scorrere limpido del fiume ci ricorda la nostra vita: un’origine vicino al cielo, un corso movimentato e impetuoso poi più calmo e moderato.

Quale mare ci attende?

Quante domande si affacciano su ponticello che domina l’abisso. 

Il borgo walser di Riale

Il piccolo borgo walser, rimanda a tradizioni antiche.

Copiose nevicate riempiono gli spazi angusti tra le baite.

Le murature in pietra, le travi di larice e i tetti costruiti secondo gli antichi dettami, sopportano sornioni e senza fatica il carico della neve.

All’interno, il fuoco dei camini, scalda gli occupanti delle baite che, laboriosi, pensano già al disgelo e alla primavera.

Il tempo scorre e la vita con esso.

Una chiesetta, sul dosso più alto, ricorda il borgo di Morasco ora immerso nelle acque del lago.

Il campanile indica il cielo, l’arco d’ingresso accoglie il viandante.

Anche il pilone della corrente è ritto verso il cielo, ma la sua indicazione è meno chiara.

Speranza e sapienza.

Quanto da fare per il genere umano nel cercare indomito di governare la natura, senza riconoscerne l’artefice.

Il Lago di Morasco

Le acque profonde custodiscono il segreto del villaggio che giace sul fondo.

Quel che c’era non è più visibile, ma rimane presente nell’aria sottile, il ricordo intenso e vivo delle persone che abitavano questi luoghi.

La dimora di un ricordo è nella nostra anima.

In essa, ritroviamo tutte le persone che ci hanno accompagnato e che non sono più visibili ai nostri occhi.

Sono coloro che con la loro vita, ci guidano a custodire la profondità che la nostra esistenza richiede.